ALL’ALTEZZA DI DIO
Di Fabrizio Molina
Nel mio mezzo secolo e passa di vita ho conosciuto atroci e sanguinose stupidità: le brigate rosse, la Baader Meinhof, l’IRA e gli attentati per l’indipendenza dei paesi baschi non si sa bene da cosa e per andare dove. L’Afghanistan, prima dei russi e poi degli americani; l’invasione dell’Iraq aggravata dall’idiozia della motivazione, “esportare la democrazia”. Il Cile di Pinochet e prima il Vietnam; la Cambogia e il Libano. Chiunque della mia età, potrebbe proseguire ancora mezz’ora. E, ovviamente, come dimenticare l’orrenda infinita guerra tra israeliani e palestinesi sui quali, come non bastasse il sangue, si è riversato il cinico cretinismo dei politologi di tutto il mondo, con la brillante formula “due popoli, due stati”. Come se il problema fosse che israeliani e palestinesi non sanno organizzarsi da soli le vacanze e hanno bisogno dell’aiuto della Valtur.
Ma niente di tutto questo mi sconvolge e mi toglie la speranza come quello che in questi giorni gli islamisti dell’Isis stanno facendo contro gli yazidi. Prima che un popolo gli yazidi sono una fede, vorrei dire “la” fede. Una religione pre-islamica verso la quale sento, da cristiano, la riconoscenza e la devozione che si ha verso il migliore dei fratelli. Gli islamisti dell’Isis non sono altro che soldataglia di un sedicente califfato che già definendosi così farebbero ridere se non seminassero morte e stupri. Li stuprano e li annientano per convertirli. Diciamo un catechismo dai modi un po’ spicci.
Mi sono chiesto perché proprio il loro eccidio mi sconvolga più di altri; più delle fosse comuni degli Hutu, più di tutto. Mi succede perché io so che gli yazidi credono che Lucifero sia stato perdonato da Dio e rimesso a capo delle sue schiere celesti. Gli yazidi riescono a ritenere tanto grande l’amore di Dio da essere in grado di ricomprendere in sé il male estremo, da sconfiggerlo comprendendolo e da annullarlo perdonandolo.
Questa è, secondo me, la massima narrazione possibile dell’amore di Dio. La massima idea dell’amore assoluto, la fede al suo punto più semplice e dunque più alto. Per questo vedo in loro, da cristiano, i miei fratelli maggiori. Da innamorato del Dio della Croce so bene cosa voglia dire essere amati senza meritarlo.
Oggi, cari yazidi, fratelli miei adorati, il supremo male non è contro di voi perché è contro Dio, ma è contro Dio perché è contro di voi. Se voi lo perdonerete verrà perdonato, se quei peccati rimetterete essi saranno rimessi. E se mai riuscirete a fare questo, vi dimostrerete all’altezza di Dio. Del vostro, del nostro, di qualunque Dio. Del Dio di tutti.
19.8.2014
Fabrizio Molina
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