Arrivederci Maestro
by Redazione
Posted on Giugno 9, 2008
Lei, Maestro, aspettava da tempo questo treno ormai in terribile ritardo. Lo aspettava perché sentiva forse di aver detto tutto ciò che c’era da dire. Perché le mancavano i pochi amici che lei riteneva tali. Lo aspettava anche, io credo, perché in novantuno anni ne deve aver sentite di sciocchezze e, senza offesa, la Sua capacità di sopportazione non è mai stata molto estesa.
E ora? Ora resta un po’ di gente, assai poca in realtà, che dovrà montare la guardia anche per Lei. Contro i rètori, gli sciocchi, gli impegnati, le mezze calze di ogni ordine e grado che Lei, dopo aver in ogni modo ridicolizzato e graffiato, aveva dimenticato, chiudendosi in quel residence ai Parioli.
Ciaonè, 9 giugno 2008
Lei, Maestro, aspettava da tempo questo treno ormai in terribile ritardo. Lo aspettava perché sentiva forse di aver detto tutto ciò che c’era da dire. Perché le mancavano i pochi amici che lei riteneva tali. Lo aspettava anche, io credo, perché in novantuno anni ne deve aver sentite di sciocchezze e, senza offesa, la Sua capacità di sopportazione non è mai stata molto estesa.
E ora? Ora resta un po’ di gente, assai poca in realtà, che dovrà montare la guardia anche per Lei. Contro i rètori, gli sciocchi, gli impegnati, le mezze calze di ogni ordine e grado che Lei, dopo aver in ogni modo ridicolizzato e graffiato, aveva dimenticato, chiudendosi in quel residence ai Parioli.
Non c’è stato un funerale religioso e questo credo lo abbia chiesto Lei; ci sono state delle esequie laiche alla Casa del Cinema e questo, credo, lo hanno deciso altri. Lei, forse, non avrebbe voluto. Che c’entra lei con quella roba. Che c’entra Dino Risi coll’indegno carrozzone di critici, produttori, cinematografari, esperti che l’hanno quasi sempre snobbata, anche quando lei diventava, involontariamente, il più grande di tutti? Così è! Non ci prendono da vivi, cercano di arruolarci da morti. Penso a lei come penso a Raymond Aron, che diceva di aver conosciuto gente che non aveva potuto soffrire e di aver passato la vita a farglielo sapere. Nel piccolo la sua missione sarà continuata: bisognerà unire in Italia le dieci, dodici persone ancora in vita, disponibili a non inginocchiarsi e intenzionati a chiamare i pirla con l’unico nome che davvero compete loro: “pirla”!
Ciaonè, 9 giugno 2008
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