Legge su Sicurezza e Immigrazione: rischio per la convivenza civile nel nostro Paese
by Redazione
Posted on Dicembre 17, 2018
Mozione dell’Assemblea di Nessun Luogo è Lontano, (Roma, 15,dicembre, 2018)
L’Associazione Nessun Luogo è Lontano è molto preoccupata per gli effetti della legge 132/18 (il cosiddetto Decreto Sicurezza) entrata in vigore lo scorso 3 dicembre.
Non si tratta, come dice qualche esponente del Governo, di “un regalo agli italiani”, ma piuttosto di una palese violazione dei diritti della persona, che non porterà alcun bene alla convivenza civile di questo paese già da tempo incrinata da campagne discriminatorie e xenofobe.
Ci preoccupa, in particolare, il taglio dei fondi destinati all’accoglienza, con grave pregiudizio dell’ottima esperienza degli Sprar e del lavoro di tante associazioni della società civile. Misura che mina alla base le possibilità d’integrazione di quanti arrivano o già vivono nel nostro Paese.
Tra le misure proposte ci allarmano quelle contrarie ai diritti della persona: l’abolizione della protezione umanitaria, infatti, produce già pesanti conseguenze sulla gestione dei flussi migratori, in quanto sta già producendo maggiore irregolarità, se è vero che oggi 3 domande di protezione su 4 vengono rifiutate. Inaccettabile è anche l’effetto di deterrenza che si vuole creare con misure mirate a peggiorare pesantemente le condizioni di vita dei molti migranti già arrivati via mare nel nostro Paese, minacciando di rinchiuderli in centri di detenzione fino a sei mesi.
Anche sul piano della cittadinanza le misure adottate assumono contenuti potenzialmente incostituzionali, laddove si rischia la creazione di due categorie di cittadini: gli italiani per nascita e quelli che hanno acquisito il nuovo status ma sono di origine straniera. A questi la cittadinanza, secondo la nuova legge, la si può togliere sia pure in assenza di reati gravi. Ancora: per NELL la sospensione dell’esame della richiesta di protezione per i richiedenti asilo che hanno in corso un procedimento penale, prima che una sentenza definitiva certifichi una condizione di colpevolezza, è una misura grave che incrina il principio di presunzione di innocenza, pilastro del nostro ordinamento.
Avremmo auspicato una revisione del decreto legge, in sede di discussione parlamentare: purtroppo è prevalsa la ricerca di un capro espiatorio sociale ai problemi degli italiani.
Ci appelliamo a ogni persona di buona volontà, indipendentemente da ruolo e provenienza per azioni – sia in termini legali che di mobilitazione – volte a contrastare una legislazione che già produce conseguenze nefaste in termini di convivenza civile.
Roma, 15 dicembre 2018
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