Fermiamo le stragi nel Mediterraneo: la manifestazione di Roma
by Redazione
Posted on Aprile 22, 2015
Sono decine le associazioni, i sindacati, le ong e gli studenti che hanno partecipato la mobilitazione nazionale e si sono date appuntamento ieri pomeriggio in Piazza Montecitorio all’indomani del naufragio che ha causato la morte di 900 persone. La mobilitazione è stata promossa da: Arci, Acli, Act, Action, Amnesty International, Antigone, Articolo 21, Asgi, Carovane migranti, Casa dei diritti sociali, Centro Astalli, Cgil, Cild, Cnca, Consorzio città dell’altra economia, Comitato verità e giustizia per i nuovi desaparecidos, Comunità di S. Egidio, Cospe, Emergency, Emmaus Italia, Fiom-Cgil, Gruppo Abele, Left, Legambiente, Libera, Link-coordinamento universitario, Lunaria, Medici Senza Frontiere, Nessun luogo è lontano, Rete della conoscenza, Rete degli studenti medi, SoS – Razzismo, Uds, Udu, Uil. Hanno inoltre aderito L’Altra Europa, Sel, Prc. La Cisl ha partecipato alla mobilitazione, senza firmare l’appello.
«Siamo gli ultimi 900 morti. Veniamo a disturbare il vostro sonno». La minaccia è rivolta ai governi ed è scritta su uno striscione che campeggia in Piazza di Montecitorio, dove alcune centinaia di profughi, rifugiati, immigrati, ma anche tanti italiani stanno partecipando alla mobilitazione «Fermare la strage. Subito!», promossa da Cgil, Uil e da numerose ong e associazioni tra cui Arci, Acli, Action, Amnesty international, Centro Astalli, Comunità di Sant’Egidio, Emergency, Legambiente, Libera, Medici senza frontiere e Rete degli studenti medi. La Cisl, pur non aderendo all’appello, ha partecipato al sit – in davanti a Montecitorio con una propria delegazione.
La società civile è scesa in piazza per dire «stop alla strage di immigrati nel Mediterraneo e per chiedere l’apertura immediata di un canale umanitario, unico modo per evitare i viaggi della morte, e diritti reali per chi fugge dalla guerra». Il governo italiano, si legge su un volantino «in attesa dell’intervento europeo, si assuma le proprie responsabilità e riattivi subito un programma di ricerca e salvataggio». Quasi tutti i presenti sono «numerati», l’obiettivo è arrivare a 900, ovvero il numero delle vittime dell’ultimo naufragio. L’iniziativa è sempre di Arci: «Abbiamo portato 900 fogli, – spiega Valentina Itri, dell’ufficio immigrazione – da attaccare al petto per materializzare e rendere visibile l’entità della tragedia».
Un folto gruppo di manifestanti che stava partecipando al presidio «Fermare la strage. Subito!», in Piazza di Montecitorio, si è staccato e al grido «siamo tutti clandestini», ed ha bloccato per qualche minuto il traffico su Via del Corso, per poi dirigersi a Piazza Ss. Apostoli.
Nel corso della manifestazione, la Presidente della Camera, On. Laura Boldrini, ha voluto incontrare una delegazione delle associazioni promotrici della manifestazione, per sentire il punto di vista della base sulla questione Mediterraneo e per manifestare la sua grande preoccupazione per la campagna anti immigrati in atto, attraverso i mass – media e le preoccupanti posizioni di alcuni partiti, Lega Nord in testa, che fanno della paura e della caccia all’immigrato uno slogan, strumento di manipolazione della pubblica opinione. Presente all’incontro anche Luigi Manconi, presidente della Commissione diritti umani del Senato.
Le osservazioni avanzate dalla delegazione delle associazioni alla Presidente della Camera sono state: la dichiarazione in 10 punti dei presidenti dei parlamenti europei è debole e non risponde all’urgenza di tutelare in prima istanza le vittime dei naufragi. Non si tratta di difenderci dai profughi, ma di difendere i profughi. Non basta dunque aumentare le dotazioni di Triton, che deve cambiare la sua mission e tornare a salvare chi rischia i naufragi. Bisogna dunque:
a) Istituire una missione di soccorso (e non solo di pattugliamento) dando maggiori mezzi e regole d’ingaggio adeguate a realizzare un’attività di soccorso a chi rischia un naufragio;
b) Creare corridoi umanitari a cui debbono partecipare tutti 28 gli stati Membri UE;
c) Contrastare i trafficanti, senza azioni di guerra, ma attraverso azioni concordate con i governi dell’area;
d) Moratoria di Dublino III, con possibilità di fare domanda d’asilo dai paesi di transito;
e) Programmi adeguati di integrazione sociale per chi ha diritto all’asilo.
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