Profitti e povertà: l’economia del lavoro forzato
by Redazione
Posted on Maggio 21, 2014
Gli schiavi esistono ancora, eccome. L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) ha pubblicato il 20 maggio un nuovo rapporto che fa il punto sull’enorme giro d’affari derivante dallo sfruttamento delle persone. S’intitola “Profits and Poverty: The Economics of Forced Labour” (Profitti e povertà: l’economia del lavoro forzato), e dà numeri drammatici. Si tratta di un business che schiaccia i più deboli, i poveri, e che porta al malaffare almeno 150 miliardi di dollari l’anno. Di cui 99, derivano dallo sfruttamento sessuale a fini commerciali, e i restanti 51 miliardi sarebbero il risultato dello sfruttamento forzato a fini economici
I nuovi dati si basano su uno studio dell’ILO pubblicato nel 2012 secondo il quale il numero delle persone vittime del lavoro forzato, tratta e schiavitù moderna ammontava a 21 milioni. Di questi, 1,5 milioni si trovano nella regione delle economie avanzate e UE.
Secondo il rapporto più della metà delle vittime sono donne e ragazze, principalmente sfruttate sessualmente e nel lavoro domestico, mentre gli uomini e i ragazzi sono perlopiù sfruttati per fini economici nei settori dell’agricoltura, costruzioni e minerario.
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