Sar? quella la strada?
by Redazione
Posted on Novembre 19, 2007
Tanto per capirci, Marchionne mi piace. L’amministratore delegato della Fiat è uno di quelli a cui guardi con piacere. Per cercare di capire, per farti stimolare a riflettere. Ammetto che, quando uno mi sta simpatico, perdo in obiettività. Mi piace quel suo girare tra gli imprenditori con le grisaglie e i gessati di Caraceni, con il suo maglioncino; mi piace quella sua aria un po’ qualunque, così diversa dalla tiratura chirurgica di un Tronchetti Provera; mi fa simpatia pure, quando scorrazza col Ferrari in Svizzera e si sfracella, mostrando che si può guidare un’azienda senza saper guidare una Ferrari.
Ciaonè, 19 novembre 2007
Tanto per capirci, Marchionne mi piace. L’amministratore delegato della Fiat è uno di quelli a cui guardi con piacere. Per cercare di capire, per farti stimolare a riflettere. Ammetto che, quando uno mi sta simpatico, perdo in obiettività. Mi piace quel suo girare tra gli imprenditori con le grisaglie e i gessati di Caraceni, con il suo maglioncino; mi piace quella sua aria un po’ qualunque, così diversa dalla tiratura chirurgica di un Tronchetti Provera; mi fa simpatia pure, quando scorrazza col Ferrari in Svizzera e si sfracella, mostrando che si può guidare un’azienda senza saper guidare una Ferrari.
Quindi, nei suoi confronti, sono sì prevenuto, ma al contrario. Ecco perché dico a cuor leggero, che non mi è piaciuta per niente l’elargizione di trenta euro fatta unilateralmente ai lavoratori. Non che la trattativa sindacale sia per forza luogo di virtù ma attenzione: scavalcare l’idea di sindacato è un rischio, e non gioisca nemmeno la Confindustria, se prevale il “fai da te”, in viale dell’Astronomia che fanno? Aprono un pub? Ma Marchionne, c’era da prevederlo, non si ferma alla mancia: prima apre gli asili nido, tra poco seguirà il supermercato. Tutto per i dipendenti e, c’è da giurarci, a tariffe stracciate. Niente di male forse, ma a me non piace. Qui non si tratta più di indossare il maglioncino o di massacrare bolidi, ma di una forma di nuovo schiavismo. Dite che è un giudizio troppo duro, eh? Io non credo. Lo avevano capito bene i vecchi democristiani, che per il voto della famiglia, ti davano un chilo di pasta e due scatole di pelati. Era un’Italia postbellica, povera e senza dignità. Ed è proprio il riconoscimento della dignità, e quello soltanto, che divide il tenue confine tra schiavi e uomini liberi.
Ciaonè, 19 novembre 2007
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