Ai ragazzi ho detto…
by Redazione
Posted on Novembre 27, 2015
Sono andato a trovare i ragazzi dei nostri Centri Interculturali. Dopo Parigi andava fatto. Non perché loro avessero bisogno di me, ma perché io avevo bisogno di loro. Avevo bisogno di guardare quel fritto misto di razze, religioni, provenienze che sono i ragazzi e le ragazze dei nostri Centri, come delle nostre città. Avevo bisogno di scusarmi per il terrorismo che anch’io non ho saputo evitare e chiedergli perdono per la politica che mette i soldi sempre nelle iniziative sbagliate e li leva a quelle giuste. Come spero non tocchi anche proprio ai nostri Centri.
Avevo bisogno di sentire le loro preoccupazioni, leggere le loro considerazioni sul terrorismo, l’umiliazione che hanno provato quei due ragazzi cattolici che, facendo la colletta alimentare per i poveri fuori dal supermercato, si sono sentiti dire da due tizi che potevano essere i loro nonni “fatti dare la roba da Bertone”, o la sofferenza provata da un altro di loro, bengalese di nascita che, seduto sull’autobus si è sentito urlare contro da una signora “alzati e fammi sedere che tu sei un terrorista”.
Sentirli mi ha fatto provare mille emozioni, ero incazzato, offeso, intenerito dal sentirli figli miei. Gli ho solo saputo dire di studiare e non distogliersi neanche un attimo dal loro futuro, di parlare molto tra loro e con noi tutte le volte che avranno paura, perché è normale e giusto avere paura.
E poi gli ho detto che i cretini non hanno colore, razza e religione, sono di tutti i colori, razze, religioni, perciò sono la maggioranza. Gli ho garantito che non potranno mai cancellarli ma gli ho anche promesso che pure quello che ha detto di Bertone o quella che gli ha dato del terrorista moriranno. Non per mano nostra, Dio ci scampi, ma moriranno. Soli, cretini e pieni d’odio. Proprio come hanno vissuto.
Fabrizio Molina
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