Il limite delle volpi
Le volpi, si sa, sono temute e ammirate. Non ha limiti la loro astuzia e tutti tremano pensando a cosa potranno partorire le loro menti acute. L’astuzia me la immagino come una lama fine e orrendamente tagliente. Ma non sono intelligenti, non hanno coraggio, colpiscono nel buio, preparano bocconi avvelenati per i loro antagonisti che spesso cadono nei loro trucchi.
L’intelligenza invece me la figuro invece come una montagna, solida, consistente, serena. Non tradisce, non ne ha bisogno. Chi ci si fa male – come certi scalatori da dopolavoro – è sempre per proprie colpe, la montagna non c’entra.
Così Renzi. Cerca l’ultima furbata: vuole mandare Zingaretti al governo, così a lui resta il ruolo di Pierino che sta un po’ al governo e un po’ all’opposizione. Un giorno, un politico molto famoso tra gli anni ‘80 e ‘90 disse che le volpi, prima o poi, finiscono in pellicceria. Personalmente provo il più completo disinteresse per il destino politico di Zingaretti, ma spero di cuore che dopo tutta una vita politica trascorsa tra cinismo, freddezza e sfacciata fortuna, non creda, proprio ora, alla storiella dell’orto dei miracoli. Me lo auguro. Per noi; come italiani non ci meritiamo molto ma di nuovo Renzi, no.
Fabrizio Molina
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