Di ben altra pasta
by Redazione
Posted on Novembre 27, 2006
Ieri evidentemente si pagava metà biglietto per i musei delle cere. Non per entrare a visitare le statue, ma per farle uscire a fare comparsate in tv.
Da Baudo c’era Dalla che, sembra ieri, scaldava i sogni dei trentenni di vent’anni fa; ci siamo girati un attimo e sembra diventato l’icona dei centri anziani. Il fatto singolare è che non solo ai trentenni di oggi deve sembrare quello che Rabagliati sembrava ai trentenni di allora, ma che lo stesso effetto fa anche ai cinquantenni di oggi.
Ciaonè, 27 novembre 2006
Ieri evidentemente si pagava metà biglietto per i musei delle cere. Non per entrare a visitare le statue, ma per farle uscire a fare comparsate in tv.
Da Baudo c’era Dalla che, sembra ieri, scaldava i sogni dei trentenni di vent’anni fa; ci siamo girati un attimo e sembra diventato l’icona dei centri anziani. Il fatto singolare è che non solo ai trentenni di oggi deve sembrare quello che Rabagliati sembrava ai trentenni di allora, ma che lo stesso effetto fa anche ai cinquantenni di oggi.
Chi non lo ricorda, ultimamente berlusconiano, con una cappotto ed un cappello di pelliccia che gli conferivano l’immagine intermedia tra uno gnù e la signora Cecioni?
L’aveste visto ieri: zampettava per lo studio con il posticcio che aveva il colore delle maniglie dei comodini e la corporatura che pareva il resto del comodino stesso. E aveste soprattutto visto le facce dei ragazzi che dovevano applaudirlo per aver diritto al cachet e al cestino delle maestranze.
Ma c’era pure Renato Zero a Domenica in, del quale, a rivedere certi filmati di quando canticchiava il Triangolo, pare meno trasgressivo della Carrà che ballava il tuca- tuca o delle Kessler quando sussurravano che la notte è troppo piccola….Un vero spasso, per i fanatici dell’horror!
Renatino ha fatto pure una specie di outing al contrario, dicendo che lui omosessuale non è stato mai, perché è di un’altra pasta.
Chissà perché dopo sessant’anni ha voluto tranquillizzarci. Forse gli hanno fatto intendere che la sua Fonòpoli, un progetto talmente elevato che non ci ha capito un fico nessuno, potrebbe avere una succursale su un terreno dell’Opus Dei?
Ciaonè, 27 novembre 2006
Lascia un commento