La mia generazione ha perso?
by Redazione
Posted on Aprile 26, 2014
di Fabrizio Molina
Ne sento parlare spesso, ma non capisco una parola. Se uno si trova ad essere maschio o femmina oggi, tra i cinquanta e i settanta, normodotato, con studi normali che non fossero solo di economia alla Bocconi, politicamente impegnato al liceo, incazzato e un filo cialtrone all’università, crescendo lievemente progressista, cattolico o no non è la stessa cosa ma nel nostro caso non ha importanza, inorridito fino a vent’anni fa dai Gava, dai Pomicino, dai Forlani e dai Craxi, poi ibernato e reso culturalmente impotente dai vent’anni di Berlusconi, che deve fare esattamente oggi per superare la tentazione di riempirsi di barbiturici? Me lo spiegano in tanti, ma non capisco un cavolo.
Renzi mi dicono di no, troppo yeah, “troppo se mi vuoi bene piangi”, troppo nipote della Cernobyl berlusconiana. Grillo, Dio non voglia. Mi spiegano i savi di Sion che è un guitto populista senza ieri né domani. Allora chi? Mi rispondono, Cuperlo. Chi? Faccio io. Cuperlo. Ah, ecco…
La canzone testamento di Gaber era intitolata “La mia generazione ha perso”. Io qui ci ho aggiunto il punto interrogativo così, tanto per spostare la notte più in là. Io, per la prima volta in vita mia, non mi schiero e non dico se la mia generazione abbia perso o no. Ma lo domando a voi, a tutti voi. Ha perso? E, se sì, può ancora, pur sconfitta, servire a qualcosa? Sempre Gaber, tanti anni prima della canzone testamento cantava “il giudizio universale non entra nelle case, la strada è l’unica salvezza…”. La domanda è: ne abbiamo ancora un filo di voglia? E di forza? Avete poco tempo per rispondere. E se la risposta sarà no, abbiate la compiacenza almeno di togliervi definitivamente di torno.
26.4.2014
Fabrizio Molina
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