I veri guai
by Redazione
Posted on Novembre 3, 2006
Il fine settimana che si apre oscillerà tra riposi, cambi di stagione, file per il rientro dall’ennesimo ponte, spese all’ipercoop. Questo almeno per la maggior parte degli italiani.
Duecentocinquantasei radicali invece lo trascorreranno a scannarsi a Padova.
Ciaonè, 3 novembre 2006
Il fine settimana che si apre oscillerà tra riposi, cambi di stagione, file per il rientro dall’ennesimo ponte, spese all’ipercoop. Questo almeno per la maggior parte degli italiani.
Duecentocinquantasei radicali invece lo trascorreranno a scannarsi a Padova. Piatto del giorno: la defenestrazione di Daniele Capezzone, l’ultima creatura di Pannella. Ragazzetto gagliardo, buone scuole, passione politica, buon oratore, ottimo cultore di sé. Un filo spocchioso, ma si sa come sono i giovani. Probabilmente ha commesso l’errore di pensare che almeno lui, Pannella non se lo sarebbe divorato. Lo aveva fatto con Spadaccia, con Mellini, con Giovanni Negri, con Rutelli, con Rippa. Perfino col superfluo Cappato. Capezzone pensava di essere più bravo e, dunque, indispensabile. Ha ragione da vendere nella premessa, torto marcio nelle conclusioni. Per uno come Pannella, essere anche bravi è un peccato imperdonabile. Con lui, essere fotogenici basta e avanza.
Di tutti quelli che ha inghiottito in trent’anni si è salvata solo Emma Bonino, la più brava di tutti. Come si spiega? Non si spiega senza ricorrere alla psicoanalisi.
E allora tutti lì a cercare le spiegazioni dell’insaziabile Marco che divora i pargoletti. E’ un problema certo, anche se, secondo me, il punto è un altro: che Pannella a volte, ingurgita senza masticare, quelli sopravvivono e poi noi ce li ritroviamo tra i piedi.
Ciaonè, 3 novembre 2006
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