Nel fuoco della battaglia
by Redazione
di Fabrizio Molina
Con gli anni ho imparato che urlare qualcosa in faccia a qualcuno, raramente serve. Forse ci si sente meglio per un po’ ma poi ci si accorge rapidamente che se qualcosa cambia non sarà stato certo per quell’orrendo spettacolo di isteria che abbiamo dato.Ma stavolta ho bisogno di dire due o tre cose così come me la sento: chiare, forse dure, dirette, urlate e senza mediazioni.
Sono felice di essere di sinistra perché la sinistra sta nel fuoco della battaglia, vicino alla gente, con il popolo. Il popolo, questo insieme di bisogni e di sogni, di progetti e fantasie, di lavoro duro e di poesia, la poesia di una famiglia monoreddito che si spacca la schiena per mandare il figlio all’Università. Sono di sinistra perché l’ingiustizia, la sopraffazione, la povertà hanno bisogno della sinistra ed io sono sempre stato, sono e sarò con loro. Con chi vive l’ingiustizia, la sopraffazione, la povertà.
Aspettando che qualcuno mi mandi un tweet per dirmi dove uno di sinistra che crede in queste cose si possa iscrivere, mi accontento di guardare un mio amico che è di sinistra perché Marino rende ciclabili i Fori Imperiali o perché il Pd e Sel di Torino, invece di preoccuparsi dei barboni di San Salvario e dei pensionati al minimo a cui la Caritas porta un po’ di cibo a casa, pensa bene di presentare in Consiglio comunale una mozione per togliere la cittadinanza onoraria data a Mussolini 90 anni fa.
Ci sono due tipi umani di sinistra e due soltanto: i pirla come me e quelli come il mio amico.
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