Au revoir les enfants
by Redazione
Posted on Febbraio 8, 2014
Consigliere comunale aggiunto, immigrazione, nuovi cittadini italiani
Di Fabrizio Molina
E’ il titolo di un vecchio, bellissimo film di Luis Malle. In cui, trama a parte, prevale questo senso di distacco e di malinconia. Mi riviene in mente questo film dal titolo struggente leggendo un’agenzia del Redattore Sociale che informa che la “ grande innovazione” del Consigliere aggiunto del Comune di Roma è ufficialmente finita. Mandato scaduto, uffici smantellati, regolamento per le nuove elezioni neanche abbozzato, niente di niente insomma. Dove sono tutti quelli che ci dicevano che questo sarebbe stato il primo passo verso la piena rappresentanza e verso il sol dell’avvenire? Spariti. Anche se facevano parte più o meno degli stessi partiti che oggi governano il Campidoglio.
Detesto chi dice “noi l’avevamo detto”, quindi detesto me stesso che lo dico adesso. Ormai è andata, arrivederci ragazzi! Mi permetterei di chiedere alla maggioranza capitolina di soffermarsi seriamente sulla necessità di predisporre meccanismi che rendano affascinante partecipare alla vita pubblica cittadina anche per le persone italiane e romane non di nascita ma di destino. Come sarebbe giusto che il Comune capitale si facesse parte diligente di creare una grande movimento, di opinione prima e politico poi, per chiedere al Parlamento di approvare con Legge la Convenzione di Strasburgo del 1992 con cui si riconosce l’elettorato attivo e passivo per i cittadini stranieri regolarmente soggiornanti da almeno cinque anni. O facciamo una grande alleanza con tutti i cittadini, soprattutto con chi ancora non lo è, o il Paese non rinasce.
Ma se non vi va di fare niente di tutto questo, se avete voglia di fare solo le battaglie già vinte in partenza, se vi distoglie dalle piste ciclabili e dalla chiusura dei Fori Imperiali, allora non fate niente. Niente consiglieri aggiunti, niente delegato del sindaco per i tizi con i capelli rossi e le lentiggini o per i negretti con le sopracciglia unite, niente. Piuttosto che le scemenze, meglio niente. Date retta!
7.2.2014
Fabrizio Molina
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