Via il reato di clandestinità…quasi!
by Redazione
Posted on Gennaio 24, 2014
di Fabrizio Molina
Se passerà anche alla Camera dei Deputati, il Disegno di legge delega al governo in materia di pene detentive, che ha già avuto il primo sì al Senato, l’immigrazione clandestina cesserà di essere un reato per tornare ad essere un illecito amministrativo. La seconda volta però, torna ad essere reato e scattano le manette.
Risultato? Per la Lega, Matteo Salvini, che guida con piglio sicuro il manipolo di avvinazzati sopravvissuti ai diplomi comprati dal figlio di Bossi a Tirana, ai diamanti e alle speculazioni africane ( sic!) dall’ex tesoriere Belsito e ad altre miserabili nequizie, minaccia di riempire le piazze. Gli saranno rimasti un trecento iscritti circa tutti nella Val Brembana, dice che li porta tutti a Roma a dorso di mulo, tanto per dare fastidio. Il ministro Kyenge, la definisce una “ norma di civiltà ”. Bum! Sempre esagerati questi agiografi del primo passo, quello che, secondo loro, porta inevitabilmente alla vittoria finale e al sol dell’avvenire.
Posso dire? Non discuto che piuttosto che niente è meglio piuttosto, ma suggerirei prudenza con i paroloni e l’autoesaltazione. Per un paio di motivi.
Il reato di clandestinità è un abominio incivile e fascistoide, occorre cancellarlo e spedire all’ Onu il ministro degli Esteri a scusarsi col mondo civile. Secondo, non dubito della sagacia giuridica di chi ha scritto la norma ma sommessamente domando: se un comportamento è reato, lo è la prima e tutte le volte successive, se non lo è, non lo è mai. La legge non può funzionare come mia nonna che alla prima marachella me la faceva passare, alla seconda mi tirava la pantofola. Lo Stato non è nonna Carmela, diamine.
Già so cosa obietteranno i realisti del PD. Come il PD chi? Quello che ha scelto Prodi per la presidenza della Repubblica e poi nel buio del voto segreto lo ha impallinato 101 volte. Quei galantuomini là. Diranno che è un primo passo. Non lo nego, lo è. A patto che concordiamo sul fatto che il primo passo lo faccio io e il sol dell’avvenire lo vedrà forse il nipote dei miei pronipoti. Il PD, di questo passo, va certamente piano, quanto lontano solo Dio lo sa.
Fabrizio Molina
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