La questione socialista
by Redazione
Posted on Settembre 7, 2006
In questa estate incerta, la Repubblica ha ospitato un dibattito di cui il Paese non poteva fare a meno: la questione socialista.
Dai loro ritiri di Amsterdam, Caparbio, Cala Galera, Cortina d’Ampezzo e Sharm-El-Sheikh, molti prestigiosi socialisti si sono finanche accapigliati.
Ciaonè, 7 settembre 2006
In questa estate incerta, la Repubblica ha ospitato un dibattito di cui il Paese non poteva fare a meno: la questione socialista.
Dai loro ritiri di Amsterdam, Caparbio, Cala Galera, Cortina d’Ampezzo e Sharm-El-Sheikh, molti prestigiosi socialisti si sono finanche accapigliati.
“Il socialismo non può morire!”
“Non morirà mai!”
“I socialisti tanto meno!”
“Non possiamo non dirci socialisti!”
“Abbiamo bisogno del socialismo, esso è sogno, speranza e certezza del futuro!”
Ha iniziato Amato (e come non poteva non essere così?), poi Veltroni, Strauss-Kahn, Giddens e molti altri.
Un trionfo di nostalgia astuti e luoghi comuni, ottimamente mascherati da sofismi e intellettualismi da fiera del libro economico.
Azzimati settantenni, che hanno vissuto e sono sopravvissuti in tutti i climi, in tutte le stagioni, resistendo a ogni avversità.
Non poteva soffrirli quasi nessuno, ma non hanno potuto fare a meno di loro.
Prendete Amato: i DS lo avrebbero pensionato da anni, ma è tra i pochi che sanno leggere e scrivere, come te ne liberi?
A queste temperie culturale vorremmo aggiungere il nostro contributo, che socialisti non siamo stati mai: il socialismo è archeologia politica, ma non vi darebbe più fastidio dei tanti rifondatori di dottrine spirate.
Potremmo, dunque, anche sopportarlo… il socialismo.
È dei socialisti che non se ne può proprio più.
Ciaonè, 7 settembre 2006
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