Cosa ci mancherà
by Redazione
Posted on Settembre 6, 2006
Il cordoglio che si prova nei giornali e nelle dichiarazioni di questi giorni, suona sincero: Giacinto Facchetti mancherà a tutti gli appassionati di calcio.
Il gigante di Treviglio, che dei bergamaschi aveva la serietà non sdolcinata e che intendeva la correttezza di gioco un dovere etico, nordico e protestante, in opposizione alla ostentazione affettiva mediterranea, caciarona e fallosissima, è stato lo spartiacque tra passato e presente del calcio.
Il crocevia del cambiamento: dalle pagine ingiallite color seppia del Novara e della Spal, dove i giocatori erano in campo pure con la testa rotta e le bende, al nuovo calcio moderno e iper-vitaminizzato, in cui il terzino non è una statua di sale, ma quando può si sgancia, tira e segna.
Ma è proprio questo che ci mancherà?
Credo di no.
Più di tutto ci mancherà il suo aver giocato in una squadra sola, l’Inter, oltre alla Nazionale.
Il suo aver avuto un mestiere solo, il calciatore.
Non come i medici, i giudici, i politici di oggi, che fanno per passatempo i cuochi, gli scrittori, i clarinettisti.
Una sola bandiera, una sola squadra, un solo amore, un solo mestiere.
A volte si può! O si poteva!
Ciaonè, 6 settembre 2006
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